Hop On Hop Off fai da te - quinta parte

Hop On Hop Off fai da te - continuiamo con il bus 81

(...... quarta parte)

 

 

Alla destra troviamo la chiesa di San Gregorio al Celio. La chiesa è parte di un più vasto complesso chiesa-convento. Il convento è attualmente gestito dalle Missionarie della Carità di Madre Teresa di Calcutta. L'aspetto attuale è quello datogli da Giovanni Battista Soria nel 1629-1633. Davanti alla chiesa si trova una lunga scalinata che sale da Via di San Gregorio, la strada che separa il Celio dal Palatino. La facciata, precede un cortile porticato sul quale si affaccia la chiesa vera e propria con una seconda facciata.

 

Dopo qualche istante sulla destra si apre l'ampiezza del Circo Massimo, mentre a sinistra, passata la piazza di Porta Capena troviamo il monumento a Giuseppe Mazzini e il Roseto di Roma e dopo un pò sulla destra c'è la Bocca della Verità nell'andone di Santa Maria in Cosmedin mentre sulla sinistra il Tempio di Ercole Vincitore con la meravigliosa fontana.

 

Il Tempio di Ercole Vincitore o Ercole Invitto o Ercole Oleario, sorge in piazza della Bocca della Verità a Roma, poco distante dal Tempio di Portuno all'interno del foro Boario. A causa di un'attribuzione errata, nata durante il Rinascimento, il tempio è talvolta ancora indicato popolarmente come Tempio di Vesta; l'errore è dovuto alla sua forma circolare che lo rende simile al vero tempio di Vesta situato nel Foro romano. Risalendo al 120 a.C. circa, si tratta del più antico edificio di Roma di marmo conservatosi (il più antico in assoluto era il tempio di Giove Statore nel portico di Metello, del 146 a.C., andato perduto). Il tempio conferma il potere economico dei mercanti romani nel II secolo a.C., capaci ormai di erigere opere progettate da artisti greci con il prezioso marmo ellenico. Il tempio di Ercole Vittore fu successivamente restaurato sotto l'imperatore Tiberio (verosimilmente dopo l'inondazione del 15) e deve la sua conservazione, come molti altri monumenti romani, al fatto di essere stato trasformato in chiesa nel medioevo: venne infatti consacrato nel 1132 e dedicato a Santo Stefano delle Carrozze, per poi essere trasformato nel XVII secolo nella chiesa di Santa Maria del Sole, perché poco distante dalla chiesa, sui margini del Tevere, fu ritrovata un'immagine della Madonna da cui partiva un raggio di sole. Questo tempio e il tempio di Vesta di Tivoli ispirarono inoltre le chiese a pianta circolare del Rinascimento. L'edificio venne ufficialmente riconosciuto come monumento antico nel 1935. Il tempio è monoptero, di forma circolare, ed è costruito in marmo. La sua pianta ha un diametro di 14.8 metri. Il marmo originario usato per l'opera è greco, pentelico. Si erge su una fondazione ad anelli di blocchi di cappellaccio a loro volta su una piattaforma in blocchi di tufo di Grotta Oscura, che inglobano lo sbocco della Cloaca Maxima. La base presenta un crepidoma (base a gradini), priva quindi del podio di matrice italica. La cella cilindrica, aperta verso est, è decorata con un alto zoccolo, fini ortostrati e la parte superiore a imitazione della muratura isodoma. Nel pavimento della cella si apre una favissa, un pozzo profondo a forma di tholos. La parte centrale è circondata da venti colonne scanalate alte 10.6 metri con basi attiche e capitelli corinzi; undici colonne e nove capitelli risalgono al restauro di epoca tiberiana e sono riconoscibili perché in marmo apuano di Luni. Alcuni capitelli hanno perso la parte superiore.

 

Dopo il Tempio di Ercole Vincitore c'è il Tempio di Portuno.

 

 

(continua .... )

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